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Le 8 trappole del FARE

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Le 8 trappole del FARE

Quando anche il fare diventa un ostacolo, le psicotrappole dell’agire diventano tali proprio perché ci impediscono di vedere quando è il momento di fermarci.

A volte il detto “chi si ferma è perduto” non è sempre quello che ci serve in questo momento. Fermarsi a riflettere, fermarsi ad osservare può essere invece quella cosa che ci serve di più proprio in questo momento. Come riconoscere allora queste trappole, queste psicotrappole del fare?

Prima di presentarvele è importante comprendere quando diventano trappole, perché di fatto sappiamo che ogni risultato è proprio la conseguenza di un’azione. Quando però questo risultato non arriva e noi ci convinciamo in qualche modo che continuare a ripetere quell’azione può essere la cosa giusta da fare in questo momento. Ecco, a volte quando questo accanimento, questa ripetizione quasi ossessiva è quello che prevale nella nostra convinzione, allora in quel momento anche quelle azioni, anche quell’agire diventa una trappola.

Vediamo allora quali sono:

  1. La prima, appunto, è insistere.
  2. La seconda è rinunciare ad arrendersi.
  3. La terza è la mania del controllo, quindi volere avere sempre tutto sotto controllo.
  4. La quarta è l’evitamento, cioè, evitare di vedere certe cose.
  5. La quinta è rimandare o procrastinare.
  6. La sesta, appunto, è l’aiuto che danneggia.
  7. La settima è difendersi preventivamente.
  8. L’ottava è socializzare, tutto, socializzare tutto significa raccontare sempre, avere questo bisogno di raccontare sempre tutto a tutti.

Questi otto punti che normalmente vissuti in modo equilibrato sono qualcosa che invece ci permette proprio di arrivare ai risultati desiderati. Diventano appunto delle trappole della nostra mente, proprio perché ci impediscono di riconoscere quando è il momento giusto di fermarci.

Quindi, a questo punto, per disinnescare, interrompere questo meccanismo che diventa davvero ossessivo e compulsivo e quindi “devo fare – fare – fare!”, perché? Perché (convinzione limitante) è solo il fare che mi porterà a un risultato. Ecco fermarci, quindi utilizzare invece uno strumento che è proprio lo stop.

Quindi mi fermo, osservo e valuto un contesto, un po’ più ampio della situazione. Allora anche queste trappole o psicotrappole cominciano a perdere di forza e quindi mi permettono invece di considerare e osservare aspetti che invece questa appunto ossessione del fare non mi permettono di vedere quando è il momento “giusto” per fermarsi.

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Sono Antonella Frigato, Senior Coach Professionista diplomata Coach nel 2013 con programma riconosciuto da I.C.F (International Coach Federation) e A.I.C.P. (Associazione Italiana Coach Professionisti).

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